Le 7 migliori destinazioni al mondo per gli amanti della gastronomia

Scopri sette mete imperdibili per un viaggio gastronomico globale, dalle specialità street food ai ristoranti stellati, con piatti tipici e esperienze culinarie da prenotare. Una guida completa per esplorare il mondo attraverso sapori autentici.

GUIDE

Wanderbuddy

3/20/202519 min read

sushi in the plate
sushi in the plate

Introduzione

Viaggiare con il palato è uno dei modi più autentici per conoscere nuove culture. Il foodie travel – il viaggio gastronomico – permette infatti di scoprire l’identità di un luogo attraverso sapori e profumi locali. Che si tratti di gustare street food speziato in un mercato affollato o cenare in un ristorante stellato, ogni destinazione racconta la propria storia culinaria al viaggiatore. Dalla cucina casalinga alle sperimentazioni d’alta classe, esplorare il mondo tramite il cibo arricchisce sia lo spirito che il palato. Ecco 7 destinazioni gastronomiche imperdibili, selezionate a livello globale, ognuna con le proprie specialità, esperienze e fasce di prezzo per soddisfare ogni tipo di viaggiatore goloso.

1. Bologna, Italia – La Grassa e godereccia

Tagliatelle al ragù, un piatto simbolo di Bologna. Bologna è soprannominata “la Grassa” per l’opulenza della sua cucina tradizionale . Considerata la capitale gastronomica d’Italia, offre un tripudio di sapori ricchi e genuini. Qui nascono capolavori della cucina emiliana come le tagliatelle al ragù alla bolognese, i tortellini in brodo, le lasagne verdi e la mortadella IGP – piatti simbolo che hanno reso Bologna famosa nel mondo. La città è costellata di trattorie storiche e osterie dove con un budget medio è possibile mangiare divinamente porzioni abbondanti di pasta fresca fatta a mano e succulenti secondi di carne. Per chi cerca esperienze di lusso, nei dintorni si trovano anche ristoranti gourmet (come l’Osteria Francescana nell’adiacente Modena) e tour esclusivi presso produttori di Parmigiano Reggiano o aceto balsamico tradizionale.

Tipo di cucina: Bologna è il paradiso per gli amanti della carne, dei formaggi e della pasta al burro. I vegetariani trovano comunque comfort food nelle paste al pomodoro o al tartufo e in golosi formaggi locali, ma la vera essenza è nella sfoglia all’uovo e nei sughi ricchi. Piatti tipici da provare: oltre ai già citati ragù e tortellini, non perdetevi le crescentine (gnocco fritto) con salumi e formaggi, i passatelli in brodo e la cotoletta alla petroniana (succulenta variante locale della milanese). Passeggiando tra le botteghe del Quadrilatero (il mercato centrale), potete fare scorta di Parmigiano, prosciutto di Parma e aceto balsamico, oppure gustare sul posto un panino con la vera mortadella bolognese. Ristoranti da non perdere: provate un pranzo alla Trattoria dal Biassanot o all’Antica Trattoria del Battibecco per un tuffo nei sapori di una volta, oppure fermatevi all’Osteria dell’Orsa per un piatto di tagliatelle tradizionali in un’atmosfera informale. Esperienze prenotabili: partecipare a un corso di cucina è d’obbligo per imparare i segreti della sfoglia tirata al mattarello. Diverse scuole (come la Cesarine di Bologna) offrono lezioni per preparare tortellini e tagliatelle, con pranzo finale incluso. In alternativa, unitevi a un tour gastronomico cittadino per assaggiare un po’ di tutto: dal caffè e cornetto della colazione, fino al gelato artigianale di fine pasto.

2. Parigi, Francia – Haute cuisine e bontà per tutti i gusti

Banco di salumi e prodotti tipici in un mercato alimentare di Parigi. La cucina francese è sinonimo di eleganza ai fornelli e Parigi ne è la vetrina più splendente. La capitale francese vanta ben 72 ristoranti stellati Michelin – seconda solo a Tokyo nel mondo – offrendo esperienze gourmet di altissimo livello per chi dispone di un budget lusso. Ma Parigi sa conquistare gli amanti del cibo a tutti i budget: si passa dalle boulangerie dove con pochi euro si assapora un croissant burroso appena sfornato, ai vivaci mercati rionali e stand di street food che propongono crêpe calde e formaggi locali, fino alle brasserie centenarie e ai bistrot intimi dai prezzi medi. Nessun viaggio a Parigi è completo senza aver gustato alcune specialità iconiche: al mattino un croissant fragrante o un pain au chocolat, a pranzo un croque-monsieur filante, e come antipasto serale le celebri escargot (lumache) all’aglio o magari le cosce di rana per i più curiosi . Il tutto accompagnato da un calice di vino di Bordeaux o di Champagne, naturalmente.

Tipo di cucina: Parigi soddisfa sia i foodie più raffinati, in cerca di sapori delicati e presentazioni artistiche, sia i golosi tradizionalisti. Gli amanti della carne apprezzeranno il boeuf bourguignon (stufato di manzo al vino) o l’entrecôte con patatine fritte servita nei bistrot, mentre i pescetariani potranno godersi ostriche fresche e moules-frites (cozze con patatine). I vegetariani trovano conforto in zuppe come la soupe à l’oignon (zuppa di cipolle gratinata) o in formaggi come il camembert alla griglia con baguette. Per i più golosi, la pasticceria parigina è un paradiso: macaron colorati, éclair al cioccolato, crepes suzette flambé e tarte Tatin di mele caramellate sono dolci da provare almeno una volta. Piatti tipici consigliati: il foie gras d’anatra spalmato su pane tostato, la quiche lorraine (torta salata con pancetta e formaggio) e il pot-au-feu (bollito misto) nei mesi freddi, oltre ai già citati must di bakery e bistrot. Ristoranti e luoghi da non perdere:per un’esperienza gourmet, potete prenotare un tavolo al leggendario Le Jules Verne (all’interno della Tour Eiffel) o all’elegante Epicure presso l’Hôtel Le Bristol, entrambi pluristellati. Ma Parigi è anche il regno dei locali autentici: provate un pranzo al vivace Marché des Enfants Rouges, il più antico mercato coperto della città, dove con pochi euro potete gustare cucina marocchina, italiana e ovviamente francese tradizionale tra i vari banchetti. In alternativa, fate un salto da Chez Gladines per assaporare la cucina casereccia del sud-ovest francese in porzioni abbondanti e a prezzi onesti. Esperienze culinarie: partecipare a un tour gastronomico di Montmartre o del Quartiere Latino vi permetterà di scoprire negozietti gourmet, fromagerie con decine di tipi di formaggi e pâtisserie storiche guidati da un esperto locale . Inoltre, se avete tempo, potete avventurarvi fuori città in giornata: ad esempio a Reims e Épernay nella regione Champagne, per una degustazione di champagne nelle cantine, o nella valle della Loira per assaggiare vini e formaggi locali direttamente dai produttori .

3. Tokyo, Giappone – Tradizione umami e innovazione culinaria

Clienti seduti al bancone di un sushi bar a Tokyo, osservando il maestro di sushi in azione. La scena gastronomica di Tokyo è un viaggio nel viaggio, capace di stupire qualsiasi appassionato di cibo. Qui convivono i templi della cucina raffinata – Tokyo è la città con più ristoranti stellati al mondo – e una miriade di chioschi e locali popolari dove mangiare spendendo poco. Iniziate assaggiando il sushi più fresco e straordinario del mondo presso uno dei rinomati sushi bar cittadini : ogni boccone di tonno, ricciola o gambero crudo si scioglie in bocca con equilibrio perfetto di riso e pesce. Se il sushi non bastasse come motivo per volare in Giappone, niente paura: la cucina nipponica offre una varietà sorprendente di piatti. Nei vicoli nascosti di Tokyo troverete piccoli izakaya (osterie giapponesi) dove gustare spiedini di yakitori e bere sakè, oppure potrete aggirarvi tra le bancarelle del famoso Mercato esterno di Tsukiji, tappa imperdibile per ogni amante del cibo . Qui, oltre a osservare da vicino la cultura del pesce (magari assistendo alle prime ore del mattino all’asta del tonno al vicino mercato di Toyosu), potrete fare colazione con ciotole di riso e ricci di mare freschissimi o spuntini di tamago (frittatina dolce) appena preparata.

Tipo di cucina: Tokyo è la meta ideale per gli amanti del pesce e del sushi – un paradiso per i fish lovers – ma soddisfa in egual misura i carnivori incalliti e persino i vegetariani più curiosi. Gli appassionati di carne non dovrebbero perdersi una cena a base di manzo wagyu o Kobe, celebri per la marezzatura e tenerezza uniche (nei ristoranti yakiniku potrete cuocere da voi fettine di wagyu su griglie al tavolo). Chi preferisce il comfort food troverà ristoro in una ciotola fumante di ramen: spaghetti in brodo ricco, con varianti che vanno dal tonkotsu (brodo di maiale denso e saporito) allo shoyu (brodo alla salsa di soia più leggero). I vegetariani e vegani potranno provare la cucina dei templi buddisti, lo shōjin ryōri, basata su tofu, verdure e preparazioni delicatissime, oppure optare per piatti come il tempura di verdure croccanti. Piatti tipici consigliati: oltre al sushi, provate i gyōza (ravioli alla piastra ripieni di carne e verza), l’okonomiyaki (la “pizza”/frittata giapponese farcita con cavolo, carne o pesce e guarnita con salse), i takoyaki (gustose polpette di pastella ripiene di polpo) e le ciotole di udon o soba in brodo. In Giappone ogni chef è un maestro nella sua specialità, quindi vale la pena esplorare ristorantini monotematici: a Tokyo troverete locali che servono solo ramen o solo tonkatsu(cotoletta di maiale fritta) o solo anguilla alla griglia, ciascuno eccellente nel proprio genere . Ristoranti e luoghi da provare: se volete investire in un’esperienza indimenticabile, tentate la fortuna con una prenotazione da Sukiyabashi Jiro o da Sushi Saitō – celeberrimi sushi-ya pluristellati dove il menù omakase (a discrezione dello chef) vi porterà in paradiso in 20 piccoli assaggi. Per qualcosa di più abbordabile, unitevi alla fila davanti a Ichiran o Ippudo per un ramen tonkotsu spettacolare a meno di 10€, oppure esplorate le viuzze di Omoide Yokocho (Shinjuku) o Golden Gai per infiltrarvi in minuscoli izakaya e bar tradizionali frequentati dai locali. Esperienze culinarie: Tokyo offre attività uniche come partecipare a una cerimonia del tè in stile tradizionale, magari nei giardini Hamarikyu, per apprendere i gesti lenti e meditativi legati al servizio del matcha . Se amate mettere le mani in pasta, potete iscrivervi a un corso per imparare a preparare il sushi o il mochi (dolcetti di riso) insieme a maestri locali. E non dimenticate di fare un salto serale a Memory Lane (Omoide Yokocho) o a Shinjuku Kabukicho dove numerosi chioschi di street food servono spuntini notturni: un’esperienza perfetta per assaporare yakitori e sake immersi nelle luci al neon della metropoli.

4. Bangkok, Thailandia – Street food stellato e profumi d’Oriente

Tramonto sull’animato mercato galleggiante di Amphawa, in Thailandia. Poche città al mondo possono competere con Bangkok quanto a vitalità e varietà del cibo di strada. La capitale thailandese è un vero paradiso per i viaggiatori buongustai con budget economico: qui si può pranzare e cenare tutti i giorni con pochi spiccioli senza mai ripetere lo stesso piatto due volte. Assaporare piatti thailandesi autentici in un mercato notturno o da un venditore ambulanteè una delle migliori esperienze culinarie possibili . Ovunque vi giriate troverete bancarelle che sfrigolano e diffondono aromi di peperoncino, aglio e basilico thai nell’aria tropicale. Un classico pad thai cucinato al momento in un wok rovente – con noodles di riso saltati, gamberi, tofu, arachidi e una spruzzata di lime – può costare l’equivalente di pochi euro ed essere uno dei migliori assaggi della vostra vita. Lo stesso vale per il profumato tom yum (zuppa agropiccante di gamberi e lemongrass), per gli spiedini satay con salsa di arachidi o per un semplice cono di riso glutinoso con mango maturo e latte di cocco (il celebre mango sticky rice), ideale come dessert o spuntino in qualsiasi momento.

Tipo di cucina: la cucina thailandese è celebre per il suo equilibrio di sapori – dolce, piccante, aspro e salato – e Bangkok ne offre la più ampia gamma. È un paradiso per chi ama i piatti piccanti e ricchi di spezie, ma grazie all’uso abbondante di verdure, noodles di riso e frutta tropicale riesce a soddisfare anche vegetariani e vegani (molti piatti possono essere richiesti senza carne né pesce, sostituendo magari con tofu). Gli amanti della carne adoreranno il khao ka moo (stinco di maiale brasato servito su riso), il mu ping (spiedini di maiale marinato) o il larb (insalata tiepida di carne macinata, menta e lime). I patiti del pesce e dei frutti di mare potranno gustare enormi gamberoni alla griglia venduti lungo il fiume Chao Phraya o un curry rosso di pesce con latte di cocco. Bangkok inoltre ospita anche alcuni ristoranti di alto livello – perfino stellati Michelin – come il famosissimo Gaggan (cucina fusion indiana/thai) o Jay Fai, la leggendaria cuoca di strada premiata dalla Guida Michelin per i suoi crab omelette. Piatti tipici consigliati: non perdete pad thai e pad see ew(noodles di riso saltati con verdure e salsa di soia), il green curry (curry verde di pollo o manzo dal gusto piccante e cremoso), l’insalata di papaya verde (som tam) croccante e piccantissima, e i dolcetti khanom venduti nelle bancarelle (come i piccoli pancake al cocco, khanom krok). Per rinfrescarvi dalla piccantezza, provate un bicchiere di Thai iced tea, il tè freddo al latte condensato e spezie, oppure sgranocchiate frutta tropicale tagliata al momento – ananas, anguria, jackfruit – venduta ovunque per strada. Dove mangiare: ovunque! Il bello di Bangkok è che il cibo è dappertutto: dalle bancarelle improvvisate con il wok su ruote agli affollati food court dei centri commerciali, fino ai ristorantini casalinghi aperti sui marciapiedi . Alcuni luoghi però sono imperdibili: il mercato di Chinatown (Yaowarat) brulica di banchetti la sera che servono dim sum, noodles e pesce alla griglia; il mercato di Wang Lang (vicino all’ospedale Siriraj) è amato dai locali per spuntini e dolci tradizionali; il Chatuchak Weekend Market oltre allo shopping offre anche un’area cibo dove provare di tutto, dal gelato al cocco al pollo fritto. Da provare anche i mercati galleggianti fuori città, come Damnoen Saduak o Amphawa: qui venditori in barca cucinano e servono cibo direttamente sul canale – un’esperienza unica e fotogenica. Esperienze culinarie: a Bangkok potete prenotare ottimi cooking class per imparare a preparare curry paste e piatti thai (molte scuole iniziano il corso con la visita guidata a un mercato locale per scegliere gli ingredienti freschi). Inoltre, sono disponibili food tour serali in tuk-tuk che vi porteranno a provare i migliori street food nascosti – un modo divertente per esplorare la città di notte assaggiando 5-6 piatti differenti. E se volete un ricordo particolare, partecipate a una degustazione di frutta esotica: scoprirete il sapore del durian (il famigerato “re dei frutti”), del mangostano , del dragon fruit e di tante altre delizie tropicali che difficilmente troverete altrove con la stessa freschezza.

5. Lima, Perù – Fusion andina e alta cucina mondiale

Un piatto di ceviche peruviano servito con cipolla rossa, mais e patata dolce. Negli ultimi anni il Perù si è imposto sulla scena internazionale come una delle capitali gastronomiche emergenti, e la sua capitale Lima è diventata una meta ambitissima dai foodies di tutto il mondo . Vincitrice del titolo di World’s Leading Culinary Destination ai World Travel Awards 2014 , Lima offre una cucina che mescola tradizioni indigene andine, influenze spagnole coloniali e apporti di immigrati da Italia, Cina (cucina chifa) e Giappone (cucina nikkei). Il risultato? Un’esplosione di sapori unici e piatti creativi impossibili da trovare altrove. Il simbolo della gastronomia peruviana è senza dubbio il ceviche, che qui viene elevato ad arte: pesce freschissimo marinato in succo di lime, ají (peperoncino) e cipolla rossa, servito con mais croccante e morbida patata dolce – un equilibrio perfetto di acidità, piccantezza e consistenze. A Lima ogni ristorante e cevicheríaha la sua versione, tutte da provare. Ma la cucina locale non si ferma certo al ceviche: grazie alla biodiversità incredibile del Perù, il ventaglio di ingredienti va dai tuberi delle Ande (decine di varietà di patate e di mais colorati) al pesce dell’oceano Pacifico, dalla frutta amazzonica alle spezie e al quinoa.

Tipo di cucina: la gastronomia peruviana a Lima saprà soddisfare onnivori, carnivori e amanti del pesce, con discrete opzioni anche per vegetariani. I piatti di mare sono protagonisti assoluti – ceviche in primis – quindi gli appassionati di pesce crudo e frutti di mare avranno di che gioire. Per chi preferisce la carne, c’è la succulenta tradizione criolla: ad esempio il lomo saltado, straccetti di manzo saltati nel wok con cipolle, pomodori e serviti con patatine e riso, che riflette l’influenza cinese nel paese, o l’ají de gallina, cremoso pollo in salsa di peperone giallo e noci. I più avventurosi potranno assaggiare specialità come il cuy – lo stufato di porcellino d’India, piatto andino per eccellenza destinato ai palati coraggiosi – o anticuchos (spiedini di cuore di manzo marinato alla griglia, sorprendentemente teneri e saporiti). I vegetariani a Lima trovano soddisfazione in piatti a base di mais, causa limeña (sformato freddo di patate gialle e avocado), rocoto relleno (un peperone ripieno piccante) e soprattutto nella ricchezza di frutta e verdura locale – dal lucuma (un frutto dolce usato nei dessert) alla chirimoya, ai tanti tipi di fagioli e cereali andini. Piatti tipici consigliati:assolutamente ceviche di pesce fresco a pranzo (magari accompagnato da un bicchierino di leche de tigre, il succo della marinatura, ritenuto energetico), poi tiradito (versione di sashimi peruviano con salsa piccante), anticuchos come street food serale, e un piatto di pachamanca se capita l’occasione (carni e verdure cotte lentamente sotto terra su pietre roventi, secondo l’antica usanza andina). Non dimenticate di provare il pisco sour, cocktail nazionale a base di distillato d’uva Pisco, succo di lime, sciroppo e albume, servito come aperitivo in quasi ogni locale. Ristoranti imperdibili: Lima è sede di alcuni dei migliori ristoranti del mondo. Central e Maido sono costantemente ai vertici delle classifiche mondiali con le loro degustazioni innovative che esplorano ogni ecosistema del Perù, ma serve prenotare con mesi di anticipo. In alternativa, potete cenare da Astrid & Gastón, istituzione gastronomica dove il celebre chef Gastón Acurio offre una versione moderna dei piatti tradizionali peruviani – provate il suo risotto alla huancaína con ricci di mare, un connubio di sapori creoli e marini. Un’altra tappa consigliatissima è La Mar Cebichería, informale ristorante di solo ceviche (anch’esso fondato da Acurio) dove assaggiare molte varianti in un’atmosfera festosa diurna. Per cucina nikkei(fusion giapponese-peruviana), Maido di chef Mitsuharu Tsumura propone piatti creativi come il sushi di black cod anticuchado, combinando tecniche nipponiche con ingredienti locali. Esperienze culinarie: oltre ai ristoranti, Lima offre ottime opportunità di food tour guidati nei quartieri di Miraflores e Barranco, dove potrete saltare da un mercato all’altro assaggiando frutta esotica, street food come empanadas e churros rellenos, e magari visitare una cevichería frequentata solo da locali. Se volete imparare, partecipate a un corso di cucina peruviana: molti chef organizzano lezioni per insegnare a preparare ceviche, causa e lomo saltado passo dopo passo. E per gli amanti del cacao, c’è anche il Museo del Cioccolato dove fare degustazioni di cioccolato peruviano e persino creare la propria tavoletta personalizzata.

6. Città del Messico, Messico – Tradizione azteca e street food travolgente

Tacos serviti con salsa pico de gallo fresca, tipico street food messicano. La cucina messicana è Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità UNESCO dal 2010 – e con buona ragione. Poche tradizioni gastronomiche al mondo sono così vivaci, varie e conviviali. Città del Messico è il luogo ideale per tuffarsi in questa ricchezza culinaria: una metropoli dove ad ogni angolo troverete qualcosa di delizioso da mordere, sia esso un taco bollente avvolto in una tortilla di mais o un piatto gourmet in un ristorante alla moda. La bellezza di questa destinazione è che potete mangiare benissimo spendendo pochissimo – pensate ai mercati e ai venditori ambulanti – oppure concedervi esperienze raffinate nei ristoranti di chef pluripremiati. Con un budget low cost, infatti, bastano pochi euro per saziarsi tra le bancarelle: provate i tacos al pastorfarciti con succulenta carne di maiale marinata e ananas, tagliata direttamente dal trompo (lo spiedo verticale) e condita con coriandolo e cipolla; oppure i tlacoyos, focacce ovali di mais ripiene di fagioli o formaggio, cotte su piastra e guarnite con salsa e formaggio fresco. Se avete più budget, sappiate che la città ospita anche ristoranti di alto livello come Pujol o Quintonil, dove la cucina tradizionale viene rivisitata in chiave moderna con risultati eccezionali – Pujol, guidato dallo chef Enrique Olvera, è celebre per il suo “mole madre” invecchiato e per i tacos di baby corn serviti in una salsa di chicatanas (formiche volanti) .

Tipo di cucina: la cucina di Città del Messico è estremamente variegata e riflette le tante regioni del Paese. Piatti per gli amanti della carne abbondano: dal pastor dei tacos al pastor, alla barbacoa (agnello o capra cotti lentamente in foglie di agave, serviti con tortillas calde la domenica mattina), fino al chile con carne nelle versioni tex-mex. Chi preferisce il pesce troverà gioia nei tacos de pescado (tacos di pesce fritto croccante, tipici di Baja California) o nel ceviche alla messicana con coriandolo e pomodoro. Per vegetariani e vegani, sorprendentemente, la cucina messicana offre opzioni saporite: tacos de nopales (tortillas con cactus grigliato), quesadillas con fiori di zucca o funghi (basta chiederle senza formaggio per averle vegane), chilaquiles in salsa verde (tortillas di mais a pezzetti cotte in salsa piccante con avocado e fagioli). E poi ci sono i legumi e cereali – mais, fagioli, riso – che sono alla base di tantissimi piatti e garantiscono sostanza anche senza proteine animali. Naturalmente, il peperoncino è re: ce ne sono di tutti i tipi, dal fresco jalapeño al piccantissimo habanero, ma anche varietà dolci o affumicate come ancho e chipotle che danno carattere ai piatti senza bruciare troppo. Piatti tipici consigliati: l’elenco è infinito! In cima mettiamo i tacos in tutte le forme: al pastor, de suadero (manzo), de carnitas (maiale confit), de cochinita pibil (maiale allo stile dello Yucatán, cotto con achiote e arancia amara) – ognuno con la sua salsa particolare. Poi le enchiladas: tortillas arrotolate ripiene (di pollo, formaggio, verdure) e coperte di salsa rossa o verde e formaggio fuso. E ancora il mole poblano, salsa densa a base di cacao, peperoncino e decine di spezie, servita tipicamente sul tacchino o sul pollo: un mix agrodolce speziato unico al mondo. Da provare assolutamente anche i tamales, fagottini di farina di mais cotti al vapore avvolti in foglia di banano, ripieni di carne o formaggio – li vendono per strada la mattina presto, accompagnati da atole (bevanda calda di mais). Per dolce o merenda, una churro calda passata nello zucchero e cannella, intinta in cioccolata calda, vi darà felicità immediata. Dove mangiare: iniziate dal cuore pulsante, il Mercado de la Merced, un enorme mercato tradizionale dove tra frutta e spezie troverete decine di banchetti di cibo – qui potete assaggiare tamales, barbacoa, pozole (zuppa di mais e maiale) e qualunque altra specialità in un’atmosfera autentica . Un altro mercato imperdibile è Mercado Roma, più moderno e hipster, con stand gourmet che rivisitano street food classici (come i tacos di polpo alla griglia o le tlayudas oaxaqueñe). Ovviamente, fate un giro a La Calle Tacuba e dintorni, dove ci sono storiche taquerías come El Huequito o Los Cocuyosfamose per determinati tipi di taco. Per la colazione cercate un chiosco di churros come El Moro (storica churrería dal 1935) o gustate un pan dulce (brioche dolce) con café de olla (caffè con cannella e piloncillo). Esperienze culinarie:un’ottima idea è partecipare a un tour gastronomico di Città del Messico, magari serale, in cui una guida locale vi porterà a scovare i posti migliori per tacos, tamales e altre delizie da strada . In queste esperienze imparerete anche la differenza tra le varie salse (dalla verde alla pico de gallo, dalla salsa macha all’infernale habanero) e come si mangiano correttamente i tacos senza combinar pasticci! Per un’esperienza più hands-on, potete seguire un corso di cucina messicana: dal mercato alla tavola, imparerete a fare tortillas a mano, guacamole e magari un mole casalingo. E se capitate a fine ottobre/inizio novembre, avrete la chance di provare i piatti tipici del Día de Muertos, come il pan de muerto (pane dolce all’anice) e piatti rituali preparati per l’occasione, un vero viaggio nella cultura culinaria ancestrale del Messico.

7. Delhi, India – Spezie, colori e banchetti da re e da strada

Banco di street food a Delhi con vari ingredienti per chaat, tipici snack indiani. In India la passione per il cibo è parte integrante della cultura, e la capitale Delhi ne incarna tutta la golosa varietà. Dalle ricette servite un tempo alla corte dei Mughal, alle specialità di strada vendute nei vicoli dell’Old Delhi, ogni angolo della città racconta attraverso i sapori la sua storia. Delhi è un vero paradiso per i vegetariani – qui la cucina a base di verdure, legumi e latticini raggiunge vette di creatività assoluta – ma saprà conquistare anche i carnivori incalliti con una miriade di piatti succulenti e speziati . Pensate che proprio a Delhi nacque la celebre cucina Mughlai, ricca di spezie, frutta secca, carni arrosto e salse cremose: piatti come il biryani (riso aromatico con carne e spezie) o il murgh makhani (meglio noto come butter chicken, pollo al burro e pomodoro) sono originari di questa città. Ma altrettanto iconico è il cibo di strada: in nessun luogo come Delhi lo street food è così vario e amato. Nel caos affascinante di Chandni Chowk – il vecchio bazaar cittadino – incontrerete file di persone davanti ai banchetti di chaat, pronti a gustare snack saporiti come il panipuri, piccole sfere fritte riempite di acqua speziata e tamarindo, da mangiare in un sol boccone, oppure l’aloo tikki chaat, polpettine di patate fritte servite con yogurt, salse al coriandolo e tamarindo, e guarnite di melagrana e ceci croccanti. Il bello è che un ricco street feast a base di 2-3 snack e un dolcetto finale vi costerà pochissimo, data la generale economicità del cibo locale.

Tipo di cucina: la cucina di Delhi è dove il Nord dell’India incontra il resto del paese, quindi troverete un po’ di tutto, ma con una dominanza di piatti nordici e Mughlai. Gli amanti della carne possono soddisfarsi con i succulenti kebabspeziati (agnello seekh kebab arrostito sullo spiedo, o pollo tikka cotto nel forno tandoor), oppure con i curry densi a base di montone (come il rogan josh originario del Kashmir). Tuttavia, una particolarità dell’India del nord è che anche molti onnivori spesso apprezzano la cucina vegetariana per gusto, non per compromesso – provate un paneer tikka (formaggio fresco marinato e grigliato) o un ricco dal makhani (lenticchie nere cotte a lungo con burro e spezie) e capirete perché. I vegetariani stretti qui vivono nel bengodi: Delhi offre infinite varietà di piatti senza carne, dai curry di verdure come lo shahi paneer (cubetti di formaggio in salsa di anacardi) o l’aloo gobi (cavolfiore e patate al masala), agli snack di strada già citati. I vegani devono prestare un po’ più di attenzione (molti piatti vegetariani usano burro chiarificato ghee o yogurt), ma possono puntare su tante ricette a base di legumi e cereali – ad esempio il chana masala (ceci al pomodoro e garam masala) o un semplice ma gustosissimo veggie biryani di verdure. Gli amanti del pesce troveranno più scelta in altre regioni dell’India che non a Delhi, ma piatti di pesce del Bengala o della costa sud non mancano nei ristoranti cittadini. In generale, qui regnano le spezie profumate: garam masala, cumino, coriandolo, curcuma, zenzero, cardamomo e chili formano sinfonie diverse in ogni piatto, spesso addolcite dal tocco rinfrescante di foglie di coriandolo fresco o menta. Piatti tipici consigliati: partiamo dalla colazione: provate i paratha di Delhi, focacce di pane ripiene (di patate, cavolfiore, paneer) cotte sul tava e servite con sottaceti e yogurt – la colazione dei campioni in versione indiana! A pranzo, un thali è la scelta perfetta per assaggiare un po’ di tutto: vi porteranno un vassoio con piccole ciotole di curry vegetariani, riso, pane naan, yogurt, papad e dolcetto, il tutto a prezzo modesto in posti locali. Tra i piatti di street food, oltre ai chaats, provate un panino kathi roll ripieno di uova, verdure e spezie, oppure i momò, ravioli al vapore tipici della comunità tibetana presente in città. I dolci meritano menzione: l’jalebi (spirali di pastella fritta immerse nello sciroppo) da mangiare calde sono pura gioia appiccicosa, così come il kulfi (gelato artigianale compatto) al pistacchio o mango, servito su stecco per rinfrescarsi nelle giornate calde. Dove mangiare: per un viaggio nel tempo e nel gusto, andate a Karim’s nel quartiere di Jama Masjid – un’istituzione dal 1913, dove assaggiare il miglior mutton korma(agnello stufato) e i kebab in un contesto storico. Nel caos di Chandni Chowk, cercate la fila più lunga: probabilmente porta a Nataraj Dahi Bhalla (famoso per i suoi dahi bhalla, polpettine fritte immerse in yogurt) o a Jung Bahadur Kachori Wala (specializzato in kachori ripieni). Per i curry vegetariani, provate un locale di cucina punjabi come Haldiram’s o Bikanervala: sono catene, ma servono thali e piatti tradizionali di ottima qualità in ambienti puliti e climatizzati – un toccasana durante le calde giornate indiane. Esperienze culinarie: un food tour di Old Delhi è altamente raccomandato . Con una guida percorrerete vicoli nascosti assaggiando 8-10 specialità: dalle samosa ripiene di patate speziate, ai gol gappa (altro nome dei panipuri) ripieni d’acqua, ai dolcetti come il rabri faluda (dessert di latte e vermicelli dolci). Spesso questi tour includono anche una visita al mercato delle spezie di Khari Baoli, il più grande dell’Asia, dove rimarrete storditi dai profumi di peperoncino e curcuma – un’esperienza sensoriale unica! Se invece volete imparare qualche ricetta da replicare a casa, iscrivetevi a una lezione di cucina casalinga: molte famiglie di Delhi aprono le porte ai viaggiatori per insegnare a cucinare curry, pane roti e biryani secondo le ricette tradizionali, un modo splendido per connettersi con la cultura locale attraverso il cibo.

Conclusione

Viaggiare per il mondo con forchetta e cucchiaio alla mano può regalare alcune delle soddisfazioni più memorabili di sempre. Ogni destinazione in questa lista – da Bologna a Tokyo, da Lima a Delhi – dimostra come la gastronomia locale sia un ponte diretto verso l’anima di un luogo. Un piatto tipico assaggiato sul posto vale quanto una visita a un monumento: racconta storie di tradizioni antiche, di ingredienti unici e di passione tramandata di generazione in generazione. Un viaggio gastronomico arricchisce non solo il palato con nuovi sapori, ma anche la mente e il cuore, perché dietro ogni ricetta ci sono persone, cultura e comunità. Che decidiate di provare lo street food speziato di un mercato asiatico o di prenotare in un ristorante stellato europeo, l’importante è mantenere la curiosità e l’apertura verso il nuovo. Preparatevi a brindare con un calice di vino, a brindare con un lassi o a condividere un tavolo con sconosciuti in una bancarella: esplorare nuovi sapori vi farà scoprire un mondo di piaceri e vi lascerà ricordi indelebili. Buon appetito e buon viaggio!

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